Diventare organizzato si può
Una delle frasi più gettonate che mi capita di sentire è questa: “sono un caso disperato”. Si tratta di persone che si descrivono come totalmente disorganizzate e che si sentono incapaci (ma desiderose) di mutare questa condizione.
Non metto in dubbio che ognuno di noi abbia dei punti di forza e di debolezza (mentre distribuivano la pazienza io ero in fila da un’altra parte sicuramente!). Ma per quel che riguarda l’organizzazione personale mi sento di poter affermare che non esistono casi senza speranza.
Ognuno può trovare la propria organizzazione. E può farne buon uso, nel lavoro tanto quanto nella vita di tutti i giorni.
Basta mettere in chiaro che cosa si intende quando si parla di organizzazione.
E nel post di oggi ti dico come la penso.
Cosa significa diventare organizzato?
Cito dal Vocabolario Treccani uno dei tanti significati di organizzazione, quello più generale:
Predisposizione di tutto ciò che è necessario alla realizzazione di qualche cosa.
Data questa definizione, le domande che dobbiamo porci sono due.
La prima: che cosa è quel “qualche cosa”? La risposta sta nella definizione di obiettivo, sia esso professionale oppure personale. Ma come ben insegna Fulvia, non tutti gli obiettivi sono ben formulati. Solo un obiettivo SMARTER può ottenere discrete (se non ottime!) possibilità di successo.
Ma se hai formulato correttamente il tuo obiettivo, ecco che il “che cosa” lo hai già definito. Ottimo!
Puoi passare quindi alla seconda domanda ovvero “come” posso raggiungere il risultato che ho definito.
E qui il vocabolario, come vedi, non ci aiuta. Perché oltre a parlare di predisposizione, ovvero di preparare in anticipo, tutto ciò che è necessario alla realizzazione dell’obiettivo finale non dice nulla di più.
È un non detto che lascia ampio margine di azione ed è proprio qui che risiede il potere dell’organizzazione personale.
L’organizzazione che funziona
Un’organizzazione personale efficace e che funziona deve, secondo me, avere due caratteristiche:
- essere completamente personalizzata, ovvero progettata su di te, sulle tue caratteristiche ed esigenze;
- deve essere abbastanza flessibile per sostenere i cambiamenti che stai affrontando ora e/o che affronterai in futuro.
Queste sono le due caratteristiche che fanno dell’organizzazione uno strumento alla portata di tutti.
Un’organizzazione progettata su di te
Semplicemente, non ci sono metodi e strumenti che vanno bene e funzionano per tutti. Ogni storia è unica e qui sta tutta la parte creativa ed emozionante del lavoro del professional organizer. Che ti ascolta e progetta su di te l’organizzazione più adatta.
Credo fortemente nel fatto che ognugno possa essere o diventare organizzato proprio perché non credo in un’organizzazione rigida, basata su metodi incrolllabili, strumenti miracolosi e guru che tutto sanno.
Il lavoro del professional organizer parte sempre dall’ascolto del problema e dalla comprensione delle dinamiche che sottostanno al lavoro quotidiano. Solo dalla consapevolezza e dai dati si può partire per definire un reale ed efficace percorso di miglioramento delle proprie abitudini organizzative. Non ha senso cambiare un’abitudine che ci fa stare e lavorare bene solo perché qualcuno ha scritto in un libro che è sbagliato.
L’organizzazione flessibile
Per funzionare e ottenere l’effetto desiderato (lavorare meno, lavorare meglio, fatturare di più), l’organizzazione deve essere in grado di adattarsi anche ai nostri cambiamenti, personali, professionali e/o di stile di vita. Se ci ostiniamo a vedere nell’organizzazione una gabbia, una struttura rigida in cui incasellare tutto (oggetti, attività, impegni, ecc.) in un ordine preciso, ecco che è normale, per chi non ha o non predilige una forma mentis di questo tipo, fuggire dall’organizzazione a gambe levate.
Ti posso assicurare: la gabbia non funziona e soprattutto non è organizzazione.
L’organizzazione è e deve restare uno strumento a supporto della tua libertà.
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